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  1. The King: Eternal Monarch

     
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    • Titolo: The King: Eternal Monarch

    • Titolo originale: 더 킹: 영원의 군주 / Deo King: Yeongwon-ui Gunju

    • Paese: Corea del Sud south-korea

    • Regista: Baek Sang-hoon, Jung Ji-hyun, Yoo Je-won

    • Sceneggiatore: Kim Eun-sook

    • Anno: 2020

    • Messa in onda: Dal 17 aprile al 12 giugno

    • Episodi: 16

    • Dove trovarlo? Netflix



    CAST

    • Lee Min-ho interpreta Lee Gon / Lee Ji-hun

    • Kim Go-eun interpreta Jeong Tae-eul / Luna

    • Woo Do-hwan interpreta Jo Yeong / Jo Eun-sup

    • Kim Kyung-nam interpreta Kang Shin-jae / Kang Hyeon-min

    • Lee Jung-jin interpreta Lee Lim / Lee Song-jae

    • Jung Eun-chae interpreta Koo Seo-ryeong / Koo Eun-ah


    *Vidi questo drama in contemporanea alla messa in onda coreana, quindi due episodi a settimana. Commentavo via via insieme ad altre ragazze e quindi non c'era una recensione univoca bensì una discussione fatta da tanti post. Siccome prima della messa in onda dei primi due episodi nessuno sapeva di cosa parlasse il drama, decisi di fare un po' un punto della situazione ed ho pensato che quel post potesse fungere da interessante sinossi. La recensione invece è un insieme di considerazioni finali a serie conclusa*

    SINOSSI


    Dunque; il drama prendendo spunto dalla meccanica quantistica di Einstein (come ci dice Lee Min-ho oops volevo dire il Re Lee Gon) fa in modo di creare un universo parallelo, composto cioè da due mondi simili ma non uguali: da una parte troviamo il Regno di Corea (una monarchia, in questo caso governata da Lee Gon) e dall'altra la Repubblica di Corea ovvero quella che conosciamo noi.
    Per la precisione, questi due mondi, un tempo, sembrano esser stati identici fino a che non sono incappati in un punto di rottura rappresentato dal principe Sohyeon (chi ha visto Chuno probabilmente se lo ricorda): questi infatti nel nostro universo cadde in mano ai Cinesi durante la seconda invasione della Corea da parte della dinastia Qing nel 1636; nell'universo alternativo invece, lui riuscì a sconfiggere gli invasori e da lì in poi i due mondi – come ci dice sempre Lee Min-ho pardon volevo dire il Re Lee Gon – hanno preso strade diverse.
    (Nel 3° episodio acquisiamo altre preziose informazioni in più sul Regno di Corea e sulle differenze col nostro mondo: a detta di Lee Gon prima di tutto il Regno comprende tutta la penisola coreana nella sua interezza e dal 1592 persiste un conflitto politico con il Giappone. Per questo il nonno del protagonista, Re Haejong, istituì una monarchia costituzionale nel 1945 e decise di spostare il palazzo reale a Busan (anche se il parlamento è rimasto tutt'ora a Seoul); questo per dare un esempio simbolico al popolo di come la famiglia reale avrebbe affrontato per prima i nemici, qualora questi avessero attaccato. E spostando il palazzo, si son portati con sé anche la statua dell'ammiraglio Yi Sun Sin (eroe nazionale coreano e famosissima figura storica vissuta nel XVI secolo che più e più volte riuscì a sventare una probabile conquista giapponese grazie alla sua tattica militare navale; nel nostro mondo la sua statua infatti si trova a Gwanghwamun), a simbolo della potenza coreana. Difatti il Re risiede nel palazzo reale a Busan, che è la capitale culturale del Regno, mentre Seoul rimane come capitale politica e Pyongyang ne è la capitale economica.)

    La storia ha inizio nell'inverno del 1994 e in un modo – Amleto docet – che conosciamo bene: lo zio del protagonista, Lee Lim, ne uccide il padre suo fratellastro (Lee Ho, il Re dell'epoca) per avere il potere; lui sopratutto ambisce ad un artefatto magico e leggendario che la Famiglia Reale custodisce da generazioni: il “manpasikjeok”, un flauto potentissimo che, sempre secondo la leggenda, fu donato dal Re Drago del mare orientale al Re Sinmun del Regno di Silla nella primavera del 682. Lo zio cattivo riesce a prenderlo ma viene fermato da un Lee Gon bambino pieno di sangue che, brandendo a malapena una spada, taglia in due il manpasikjeok. Lee Lim non fa in tempo a uccidere il nipote ed a riprendersi l'altra metà del flauto perché arriva un misterioso salvatore che riesce a prendere tempo affinché arrivino le Guardie Reali; lo zio quindi è costretto alla fuga. Ma questi essendo un gran conoscitore delle leggende, sapeva benissimo dove andare e cosa fare: recarsi nella foresta di bambù e, grazie al potere del manpasikjeok, attraversare il portale dall'artefatto magico aperto per sfuggire per sempre alla morte e non tornare più. Ed è proprio questo zio cattivone a scoprire per primo come funziona questo nuovo mondo: a parte la forma di governo diversa con conseguente differenza nello spazio urbano (per dire, dove è presente la piazza Gwanghwamun nel centro storico di Seoul, nell'universo alternativo c'è proprio il palazzo reale), sembra che ogni persona che viva nel Regno di Corea abbia qui un suo doppio; identico in tutto nell'aspetto e (pare) nelle relazioni familiari ma opposto in quanto carattere e posizione nella società. Lee Lim difatti scopre subito suo fratello – che è suo fratello anche qui – un uomo povero e alcolizzato che, probabilmente, picchia la moglie, ed il suo doppio: un povero paraplegico con deficienze cognitive. Cosa combinerà il nostro zio da qui in poi lo scoprirete da soli.
    Il drama a questo punto va avanti veloce di ben 25 anni (quindi alla fine del 2019) dove ritroviamo un Lee Gon ben piazzato e sempre alla ricerca di quel suo misterioso salvatore che gli permise, quella fatidica notte, di continuare a vivere. Un giorno, gli pare di vedere una figura familiare e così sale in sella al suo cavallo bianco Maximus e la segue, finendo per arrivare nella foresta di bambù; possedendo l'altra metà del manpasikjeok, come successo per lo zio, il portale appare e lui, sperando di trovarci la persona che tanto cerca, ci salta dentro. Ed ecco che Lee Gon va tranquillo in sella al suo cavallo bianco in mezzo al traffico in quel di Seoul, con gente che impreca perché sta bloccando il traffico, gente che gli fa le foto, gente che crede che stiano girando un film... insomma ha tutti gli occhi addosso! Il caso vuole che il proprietario di un paio d'occhi sia proprio l'irruenta e poco paziente agente di polizia Jeong Tae-eul che in quel momento si trovava bloccata nel traffico dopo l'ennesima sfiancante giornata di lavoro. Appena vede questo pazzo tutto tranquillo in sella al suo cavallo, la nostra eroina parte all'inseguimento! Si ritrovano per l'appunto a Gwanghwamun dove lei giustamente gli intima di scendere da cavallo ma lui... lui dopo essere sceso, le corre incontro per abbracciarla dicendole: “Ti ho ritrovata!”. Perché, quando l'agente Jeong è sicura di non averlo mai visto in vita sua???
    Perché l'unico ricordo (e quindi indizio) dell'identità del suo salvatore in possesso del Re è un tesserino, da lui gelosamente conservato, appartenente ad una certa agente di polizia Jeong Tae-eul nata il 25 maggio del 1990, lo stesso identico tesserino che porta indosso la Jeong Tae-eul del nostro mondo.
    Non avevamo detto che nel nostro universo esistono dei doppi, simili ma non uguali? Ma allora perché lei sembra essere la stessa identica persona? E come è possibile che abbia sempre la stessa età, essendo passati 25 anni, quando il Re era solo un bambino? Com'è possibile che in entrambi i tesserini sia indicata la stessa data di nascita? Questo e tantissimi altri misteri (per ora sono davvero una caterva) compongono la storia di questo drama dallo stampo fortemente fantasy. Oltretutto da quello che è apparso finora pare che i personaggi saranno piuttosto numerosi; per ora ci sono stati solo introdotti brevemente ma prevedo che la storia sarà intricata e caotica (in senso buono).

    RECENSIONE


    Rileggendo tutti i commenti relativi agli episodi che ho scritto dall'inizio del drama fino ad ora, ho notato da parte mia un grande entusiasmo fino a metà, all'incirca, dell'opera; quando la trama era sì fittissima di misteri ma era anche interessante provare a svelarli ed a scoprire cosa sarebbe successo più avanti, quando i toni seri ben si mescolavano a scene più allegre (quest'ultime DAVVERO divertenti, ve l'assicuro) e quando ancora i personaggi avevano dei ruoli di rilievo prima di venir messi in secondo piano da tutta una serie di eventi legati alla magia che andranno a creare un caos assoluto. Dopodiché la storia deve far quadrare il cerchio, dare una comprensione a tutti i misteri; quindi mette il turbo, la storia diventa tremendamente arzigogolata e si fa davvero fatica a capirci qualcosa. Oltretutto poi (non cosa da poco!), le spiegazioni che dà a questi misteri non soddisfano mai pienamente, non essendo all'altezza delle premesse, e lasciano un forte amaro in bocca.
    Non so se quanto sto per dire può esser d'aiuto alla vostra comprensione ma a me ha ricordato un po' quei manga e anime (e di questo tipo ce ne sono davvero tanti) in cui l'autore infila, infila sempre più roba fino a creare una trama così complessa e babelica che, alla fine, nemmeno lui stesso è più in grado di gestirla e quindi va a finire che si ha una fine un po' raffazzonata e molti dei misteri presenti nel corso dell'opera vengono lasciati irrisolti o spiegati alla meno peggio.
    Quindi sicuramente è un drama che si perde per strada; che parte con delle premesse assolutamente originali ed intelligenti che poi non riesce a sviluppare del tutto.

    Sono stati fatti, quindi, sostanzialmente due sbagli:
    A. Il CAMBIO DI GENERE. Questo drama (per chi lo seguiva attentamente) sembrava aver dalla sua una certa particolarità e cioè quella di non essere semplicemente un fantasy ma di voler partire da premesse scientifiche, seppur speculative e irrazionali. Quindi ecco che abbiamo un protagonista grande appassionato della matematica che riesce a risolvere i misteri della “magia” con la logica ferrea e lineare della scienza …. Questo punto era interessante perché permetteva di distaccare quest'opera dal suo “cugino”Goblin ma anche da molte altre opere; invece questo “elemento matematico” via via si è andato a perdere ed ha prevalso il motivo fantastico con il quale, francamente, non si riesce a spiegare per bene tutti i punti interrogativi posti nel corso della serie.
    L'opera è partita da premesse scientifiche e logiche e questo, naturalmente, ha indotto lo spettatore ha ragionare secondo questi termini, a pensare in modo lineare e ad aspettarsi comunque una risoluzione in linea con le premesse; non che tutto si risolvesse in modo magico e misterioso e quindi anche in modo poco sensato. Se avessero detto fin dall'inizio che il fantasy sarebbe stato l'elemento predominante, lo spettatore non si sarebbe messo a cercare un perché dietro ai vari eventi sapendo che tanto una ragione vera e propria non ci sarebbe stata e che tutto sarebbe finito nella magia.

    B. Il venir meno della COERENZA. Come avevo già scritto da qualche altra parte, un'opera narrativa deve essere coerente e, in termini pratici, questo sta a significare che deve RISPETTARE DELLE REGOLE. Se l'opera in questione è storica o di altra natura, chiaramente queste regole sono dettate dallo spazio e dal tempo in cui si vuol ambientare la nostra trama; ma anche un opera di fantasia NON è assolutamente esente da queste regole e quindi dalla coerenza: come mostrano opere del tipo Il Signore degli Anelli o Harry Potter, per creare un mondo fantastico ed una storia che stia in piedi devono essere messe in campo FIOR FIOR DI REGOLE, le regole DETTATE DALL'AUTORE STESSO quando inizia a scrivere la storia. Questo vuol dire che non si può, nella nostra storia, fare tutto ciò che si vuole al momento che ci torna più comodo; se una regola era stata stabilita ad inizio narrazione quella stessa regola permane fino alla fine e quindi va seguita. Dico questo soprattutto per quanto riguarda il finale.

    C. E se vogliamo dirla tutta c'è anche l'eccesso di pubblicità occulta che contribuisce a minare la credibilità di questa serie. Soprannominato THE KING OF PPL a ragione, il modo in cui gli autori usano gli episodi centrali – cioè quelli in cui non sapevano cosa fare e quindi da riempire – come fossero un programma di televendita in modo così spudorato, in cui i prodotti son tutto meno che occulti è osceno ed esecrabile. Intere scene a servizio dei prodotti da vendere e non viceversa.... Se loro stessi non sono stati capaci di prendersi sul serio, perché dovremmo farlo noi?

    Però neanche gli si può negare qualche pregio, ovvero una certa originalità della trama e dei personaggi ben caratterizzati.
    A. prima di tutto, la prima novità che porta questo drama è il mescolare elementi fantasy ad altri puramente gialli; o meglio, qui l'elemento di fantasia si sovrappone a quello giallo facendo sì che siano la stessa cosa. La svolta gialla è dovuta al fattore magico x ed il fattore magico x ha un ruolo di rilievo proprio per la svolta gialla che crea all'interno della trama.

    B. Parlando sempre del genere giallo, la trama ha il grande pregio di essere assolutamente complessa, di voler creare confusione allo spettatore attraverso vari metodi quali flashback, narrazione non lineare, cambi repentini di scenario. Questo drama è come un puzzle di tantissimi pezzi, senza istruzioni; qui la trama non prende per mano lo spettatore guidandolo verso la soluzione ma dissemina indizi per tutto il racconto e lascia lo spettatore a sé stesso, solo, con la sua voglia di risolvere enigmi e con il suo personale grado di arguzia ed attenzione.

    C. Da un punto di vista fittizio: personaggi ben fatti, complessi ed originali. Ognuno è diverso dall'altro, con le sue sfaccettature e con una psicologia ben delineata.
    Da un punto di vista puramente realistico: questa doppia presenza di ciascun personaggio è sì interessante per la trama ma oltretutto è interessante per la performance recitativa che questi doppi ruoli impongono agli attori. Attori straordinari che hanno raccolto una sfida insolita: dover recitare due ruoli diversi contemporaneamente. Questo credo sia un elemento originale che può interessare lo spettatore.

    In buona sostanza, è un drama che non è del tutto perfetto ma non è neanche del tutto imperfetto. In questa ambiguità io credo che – banalmente – l'unica cosa da fare sia PROVARE e buttarsi per vedere se come storia può interessare o meno.
    Posso provare qui a sciogliere due dubbi (se li avete) che potrebbero benissimo sorgere:

    a. È stato un flop in Corea ed è stato molto criticato
    Allora, per questa questione ho un'opinione personale che si è formata seguendo passo passo la vicenda: la verità è che questo drama fu bollato come “noioso” fin dal PRIMO episodio; in un drama che ne comprende 16 è come dire che un certo cibo non ci piace prima ancora di averlo assaggiato! Ed io credo che le ragioni di questo atteggiamento siano sopratutto due; ragioni però che non comprendono l'idea che il pubblico coreano voglia solo e soltanto storie banali e romantiche, sempre a lieto fine. Questo non torna con quanto accaduto anche solo quest'anno e cioè che i drama più visti – Itaewon Class e The World of the Married – sono stati proprio quelli più distanti dal modello descritto sopra; dei veri e propri “anarchici dei drama”.
    Quindi perché questo atteggiamento così prevenuto nei confronti di questo drama?
    Prima di tutto, credo sia stata un po' la sfortuna di andare in onda per un certo periodo proprio insieme a The World of the Married che ha letteralmente fatto il botto.
    La seconda causa, secondo me, è stato il fatto di aver creato troppa aspettativa e di aver fatto troppa pubblicità troppo prima della sua effettiva messa in onda. Per dire, pure io che non seguo così da vicino i drama, le varie uscite ed i vari attori SAPEVO di questo drama, sapevo che si sarebbe fatto, sapevo che ci sarebbe stato Lee Min-ho ecc! Fin da subito è stato pubblicizzato come “il primo drama dopo il servizio di leva per Lee Min-ho!”, “Lee Min-ho e la scrittrice Kim Eun Sook di nuovo insieme!” ecc. E se queste cose sono arrivate a me, mi dico: “figuriamoci in Corea!”. Sostanzialmente questo montar la panna all'infinito ha fatto sì che, alla messa in onda, ognuno si fosse già fatto un drama suo, personale cosa che poi ha generato scontenti quando, chiaramente, le proprie aspettative non hanno combaciato con la realtà. Da qui un grande volta faccia e una montagna di critiche.
    Io credo che se invece di pubblicizzare così tanto quest'opera si fosse lasciato tranquillamente decidere agli spettatori – proprio come ha fatto The World of the Married per dire – tutto questo non sarebbe accaduto.
    Ma gli spettatori italiani – e sopratutto quelli che non l'hanno guardato “on air” – non hanno motivo di essere prevenuti e quindi possono gustarsi questo drama in santa pace non sapendo nulla della trama e dei vari interpreti!

    b. È uguale a Goblin
    Dunque; ASSOLUTAMENTE NO. Come ho già scritto più volte nel corso della visione, io non ho notato nessunissima somiglianza con l'opera precedente della scrittrice Kim; al massimo c'è chi ha notato qualche piccolo rimando, qualche scena o qualche inquadratura simile ma per il resto sono fermamente convinta che siano opere molto diverse fra loro. Questo è quanto scrissi dopo aver visto soltanto i primi due episodi e trovo la sua veracità invariata anche ora a visione conclusa:
    CITAZIONE
    Poi l'altra cosa che mi è parsa è che questo ha una componente mystery molto più marcata rispetto al precedente ed una thriller (nell'altro praticamente assente).
    Qui non ci si capisce davvero nulla mentre in Goblin la trama era molto più lineare, in fondo gli antefatti del goblin e della protagonista li scopriamo praticamente subito [….] Qui invece mi sembra proprio un casino assurdo! :spavento: E poi la componente thriller come dicevo; tutta questa serie di morti ammazzati incupisce enormemente la storia e dà un senso di apprensione allo spettatore... insomma se proprio vogliamo dirlo si può dire questo drama sia un pò il fratello dark di Goblin!

    In Goblin la trama era lineare, qui è assolutamente arzigogolata e complessa; nel primo c'erano pochi personaggi, qui sono una caterva; il primo è esclusivamente di genere fantasy, qui c'è una fortissima componente mystery e thriller. E poi proprio a livello di trama: due storie che non c'entrano assolutamente nulla l'una con l'altra!
    Ecco, dovendo dare un giudizio su entrambi: Goblin è sicuramente più coerente con sé stesso, fa quadrare i conti sapendo unire perfettamente inizio e fine. Ma io personalmente mi son divertita di più a guardare questo, con tutti i suoi enigmi e con tanti personaggi davvero interessanti! Si possono affibbiare un sacco di aggettivi a questo drama ma, credetemi, NOIOSO proprio no!

    BONUS: POESIE


    Il drama è disseminato di riferimenti ad un libro importantissimo per la letteratura coreana: si tratta di Azalee (진달래꽃, jindallaekkoch; 1925) una raccolta di poesie e l'unico libro che abbia mai pubblicato il suo autore, Kim So Wol; libro così chiamato dalla sua poesia più famosa. Kim So Wol (1902 – 1934) – nome d'arte di Kim Jeong Sik – nasce in quella che ora è la Nord Corea e muore suicida a soli 32 anni. Nonostante abbia pubblicato soltanto una raccolta di poesie (Azalee appunto, nel 1925) è considerato il padre della poesia moderna coreana ed uno dei più famosi in assoluto. Questo perché, nonostante si fosse in piena occupazione giapponese e la cultura coreana venisse di molto sminuita, questo ragazzo si rifece alle antiche canzoni folcloristiche coreane per scrivere le sue poesie. Difatti viene chiamato “poeta della musica popolare” proprio perché il ritmo, il suono, la cadenza delle sue poesie ricordano pesantemente quelle delle canzoni popolari tanto care a tutti i coreani. E sarà il primo a farlo. E d'altra parte, se questo suscita un sentimento di attaccamento e nostalgia nei coreani, proprio questo suo essere così legato alla melodia ed al ritmo per forza di cose fa sì che tutto ciò venga perso in un'eventuale traduzione. Dunque potremmo carpire soltanto parte della bellezza delle sue poesie; il resto –purtroppo – ci rimarrà un mistero...
    La poesia che viene recitata nel quarto episodio si intitola cho-hon (초혼) che significa “Richiamare il defunto/spirito del defunto” e sta ad indicare proprio un antico rituale funebre coreano nel quale il marito/moglie del defunto sale sul tetto della casa e mentre ne tiene con tutte e due le mani un vestito sventolandolo in direzione nord, chiama tre volte il nome del defunto. (Se ci fate caso, questo è proprio ciò che accade nel primo episodio, al funerale del Re.)
    EPISODIO 4
    초혼

    산산이 부서진 이름이여!
    허공 중(虛空中)에 헤어진 이름이여!
    불러도 주인(主人) 없는 이름이여!
    부르다가 내가 죽을 이름이여!
    심중(心中)에 남아 있는 말 한 마디는
    끝끝내 마저 하지 못하였구나.
    사랑하던 그 사람이여!
    사랑하던 그 사람이여!
    붉은 해는 서산(西山) 마루에 걸리었다.
    사슴의 무리도 슬피 운다.
    떨어져 나가 앉은 산(山) 위에서
    나는 그대의 이름을 부르노라.
    설움에 겹도록 부르노라.
    설움에 겹도록 부르노라.
    부르는 소리는 비껴 가지만
    하늘과 땅 사이가 너무 넓구나.
    선 채로 이 자리에 돌이 되어도
    부르다가 내가 죽을 이름이여!
    사랑하던 그 사람이여!
    사랑하던 그 사람이여!

    Invocazione Del Defunto

    Oh, nome che è stato infranto!
    Oh, nome spezzato a mezz'aria!
    Oh, nome senza proprietario!
    Oh, nome che morirò chiamando!

    Non ho mai avuto modo dire
    Le parole rimaste nel mio cuore ––
    Oh, tu che ho amato!
    Oh, tu che ho amato!

    Il sole cremisi pende dalla collina occidentale.
    Anche un branco di cervi piange tristemente.
    Stando seduto lontano, in cima alla montagna
    Chiamo il tuo nome.

    Fino a che non sarò colto dall'impeto del dolore.
    Fino a che non sarò colto dall'impeto del dolore.
    Il suono del mio grido si spegne.
    Ma quanto è grande la distanza tra cielo e terra.

    Anche se stando qui diventerò un sasso,
    Oh, nome che morirò chiamando!
    Oh, tu che ho amato!
    Oh, tu che ho amato!
    (P.S traduzione fatta dall'inglese da qui, scusate se non è corretta)


    E ancora voglio riportare la traduzione per intero delle poesie che vengono recitate, una nel decimo episodio l'altra nel dodicesimo. Come prima, le poesie vengono dall'unico libro scritto dall'autore, il poeta Kim So Wol ( 김소월 ; 1902-1934), cioè una raccolta di tutte le sue poesie: jindallaekkoch (진달래꽃 ; Azalee) pubblicato nel 1925.
    (P.S stavolta ho fatto una faticaccia per trovarle, non riuscivo a trovare il testo coreano non combaciava... insomma vabbè, eccole qua)
    EPISODIO 10
    나의 집

    들가에 떨어져 나가 앉은 메기슭의
    넓은 바다의 물가 뒤의,
    나는 지으리, 나의 집을,
    다시금 큰 길을 앞에다 두고,
    길로 지나가는 그 사람들은
    제가끔 떨어져서 혼자 가는 길.
    하이얀 여울턱에 날은 저물 때.
    나는 문(門)간에 서서 기다리리
    새벽 새가 울며 지새는 그늘로
    세상은 희게, 또는 고요하게,
    번쩍이며 오는 아침부터,
    지나가는 길손을 눈여겨보며,
    그대인가고, 그대인가고.

    La Mia Casa

    Alla base di una collina lontana, ai margini di un campo,
    poco distante dalla battigia dell'ampio mare,
    la costruirò, la mia casa
    e davanti ci farò un'ampia strada.
    Quelli che passano, alcuni
    potrebbero fermarsi, quindi andare avanti da soli.
    All'innalzarsi delle rapide bianche, il giorno si farà scuro
    ed io starò al cancello e aspetterò.
    Tra le ombre che piano piano si assottigliano mentre gli uccelli dell'alba cominciano a cantare,
    il giorno si illumina nella sua calma
    ed il mattino arriva fulgido;
    ed io guarderò negli occhi tutti quelli che passeranno, chiedendomi:
    “Forse stavolta potresti essere tu?” “Forse, potresti?”
    [traduzione presa da qui]

    EPISODIO 12
    개여울

    당신은 무슨 일로
    그리합니까?
    홀로이 개여울에 주저앉아서
    파릇한 풀포기가
    돋아나오고
    강물은 봄바람에 헤적일 때에
    가도 아주 가지는
    않노라시던
    그러한 약속이 있었겠지요
    ​날마다 개여울에
    나와 앉아서
    하염없이 무엇을 생각합니다

    ​가도 아주 가지는
    않노라심은
    굳이 잊지 말라는 부탁인지요

    Il Ruscello

    Per quale ragione
    ti comporti in quel modo?
    Te ne stavi da sola/o vicino al ruscello

    mentre i germogli dell'erba verde
    si spingevano verso l'alto
    e le piccole onde s'arruffavano nella brezza primaverile

    Ripenso alla tua promessa
    che andare via
    non è realmente andar via.


    Ogni giorno esco
    per sedermi vicino alla baia
    Continuo a pensarci incessantemente

    Andare via
    non è realmente andar via

    non è che mi stavi chiedendo di non dimenticarti?
    [traduzione presa da qui]

    {P.S. In entrambe le due poesie ho cercato di adattare la traduzione in inglese operata da David McCann a quella proposta nel drama. Se non è correttissima scusate}

    Edited by moon-eo - 17/10/2023, 20:48
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